Ciao carissimo lettore o lettrice!
Come sai, o non saprai, vivo qua a Malaga ormai da 4 anni e come succede a tanti di noi, per i quali vivere in un altro paese ormai è diventato pane quotidiano, mi ritrovo sempre a chiedermi come sia la vita di tutti coloro che invece sono rimasti a casa.
Bueno, in realtà, questa curiosità può diventare un pensiero intrusivo, ed è probabile che chi non ha lasciato il paese, abbia la solita curiosità verso l’espatrio. Quindi mi sembra doveroso, considerando gli strumenti a disposizione, quali anni di esperienza fuori, raccontare invece cosa è stato mitizzato rispetto a vivere all’estero.
Questo perché molti di voi che sono rimasti a casa, o coloro che sentono di voler intraprendere un nuovo percorso, si meritano la verità.
Inoltre, voglio smantellare tanti tabù legati all’espatrio perché tu possa vivere al meglio la tua vita all’estero.
Allo stesso modo, sarebbe molto utile per noi expat, avere il punto di vista contrario, ovvero, conoscere quali sono i falsi miti e le verità di chi non è mai partito. Quindi lancio un appello a tutti coloro che abbiano un blog per fornirci qualche perla.
Perché voglio scrivere un post con i contro coglioni che parli di quanto sia dura la realtà fuori?
Perché sia coloro che vivono all’estero, che coloro che sono rimasti a casa, siamo stufi di bere le fandonie che ci offrono le reti sociali.
Inoltre, se hai letto la pagina del sobre mí, sai che non digerisco l’idea che l’espatrio sia tutto rose fiori, e non so per quale tipo di pressione sociale, si è creato questo mito che spinge inconsciamente gli exapt a mostrarsi costantemente felici e realizzati.
Togliti questa idea dalla testa, perché non è sempre cosi, e manco deve esserlo per forza.
Sottovalutare lo scorrere del tempo quando si vive all’estero
Abbiamo appena cambiato vita, il posto che abbiamo scelto rappresenta un groviglio di emozioni che ci dà una spinta emotiva incredibile. Fino a che non passano gli anni.
Torniamo a casa e ogni volta è diverso. Gli amici universitari lasciano la città uno a uno, a suo ritmo, mentre le persone del posto hanno dovuto inevitabilmente riaggiustare i loro equilibri in funzione della tua assenza.
Questa fase è per me come una reazione chimica secondo la quale per forza di cause maggiori le persone a te più vicine hanno dovuto trovare un forte appoggio somehow.
Dobbiamo fare i conti con queste dinamiche che ci cadono un po’ addosso quando viviamo all’estero, ma siccome sei la paladina della libertà, sei la prima persona a essere cosciente che il mondo continua ad andare avanti e allora sei felice per loro.
Questo è duro da accettare ma, la famiglia cresce, invecchia, si allarga, e non c’è strumento più efficace per misurare il tempo che vedere i suoi effetti sulle persone che ami. Prova a vedere quanto cresce una bambina di sei anni tra un volo e l’altro, per esempio.
Sottovalutare la burocrazia quando si vive all’estero
Diciamocelo, quanti effettivamente hanno pensato prima dell’espatrio a come sarebbe stato tutto il casino burocratico? Penso quasi nessuno.
Io sono stata totalmente travolta dall’emozioni e mi sono ritrovata in un paese straniero a non capirci un’emerita s**a di tutti i documenti di cui avevo bisogno. Ad ogni modo, sono sopravvissuta e visto che sono qui perché tu non debba imprecare per il papeleo, se stai per andare a vivere in Spagna, dammi retta, e leggiti questo articolo.
Adattarsi non è facile quando si vive all’estero
In linea generale, ci vuole molta pazienza per poter vivere all’estero.
Sicuramente ci sono paesi in cui l’adattamento è più facile, ma è anche vero che, nonostante la Spagna, per me, sia il paese più simile all’Italia, mi risultava difficile concepire che la domenica chiudesse quasi tutto e che i tempi burocratici siano a dir poco giurassici.
Detto questo, è importante scrivere a proposito di qualcosa di cui non parla praticamente nessuno e che considero quindi un vero e proprio tabù. Rispetto al tema di cui ti parlerò adesso, non voglio dare nessuna opinione, ma mi piacerebbe solo che tu riflettessi.
E gli amici sul posto?
Nessuno ti racconta che vivendo all’estero, togliendo l’Erasmus, troverai principalmente persone che fanno parte di gruppi consolidati e che l’inserimento in questo senso, è molto difficile.
Penso anche che ricorrere ad associazioni di volontariato in cui il denominatore comune sono le feste e i viaggi può essere un trampolino di lancio per scacciare la solitudine ma è probabile che per trovare delle connessioni durature ci voglia molto più tempo. Inoltre, ti invito a riflettere su quelle amicizie in cui tutto parte a mille dal primo istante.
All’estero conoscerai tante persone e in un nonnulla ti ritroverai a passare tempo con non so quanta gente e allora dovrai fare una riflessione sulla profondità di queste relazioni.
Imparerai che il termine del “migliore amico/amica” non esiste più, esisteranno solo una manciata di amici di cui ti fidi sparsi per il mondo e ti sarà impossibile stabilire una gerarchia, e meno male!
Hai le tue persone, hai avuto le tue persone in passato e forse ce ne saranno ancora altre in futuro, ma se vivi fuori, non affibbierai mai più “titoli” in amicizia.
Capirai che ormai è impossibile riunire tutte le persone più care e impari ad avere delle vite parallele con ognuno di loro alla volta.
Nonostante questo sia un post sulle verità, non ti scoraggiare per quanto riguarda le amicizie, neanche quando senti che se in quel momento cadi probabilmente non ti riprenderebbe nessuno. Usa quella fase per crescere, per rafforzare la relazione con te stesso/a.
Arriva un momento per tutto, basta solo muovere il culo.
Pensare che tutti i problemi si risolvono vivendo all’estero
I rapporti familiari incasinati non si risolvono andando a vivere all’estero. Per quello serve un aiuto professionale, questo articolo su piattaforme online di psicologia, sono sincera, ancora non è tradotto all’italiano, ma sicuramente ne trarrai beneficio.
Migrare non è la soluzione magica a tutto, vivere fuori non assicura la felicità e come sempre, devi muovere il culo perché come dice una donna che non finisce mai di ispirarmi “la felicità inizia dove finisce il divano”.
Sottovalutare il livello linguistico
Inutile dire che inserirsi in un gruppo di persone e padroneggiare una lingua è un grande surplus, per non parlare del fatto che dovrai fare colloqui di lavoro in lingua e ancora, ricordarti che l’inglese ormai serve per tutto. Cerca per lo meno di avere un livello basico prima di andare a vivere all’estero, poi, con l’impegno, il resto viene da sé.
Esiste la possibilità di voler/dover tornare a casa
Togliamoci dalla testa che tornare a casa è un fallimento. Dato che siamo tutti liberissimi di fare quello che vogliamo, (sempre rispettando le libertà altrui), perché non sappiamo mai cosa può succedere nella vita, quali occasioni si presentano, che situazioni ci ritroviamo a vivere…
Per questo motivo, se stai vivendo all’estero e non ce la fai più, torna a casa e se senti che hai un blocco fortissimo, cerca aiuto professionale. Come dicono qua, la vida son dos días, è davvero troppo poco tempo per vivere in base alle pressioni sociali.
Qui poi si apre un altro punto fondamentale, tabù, che è “lo stile di vita ho all’estero”. Perché se siamo andati a vivere all’estero dovremmo essere tutti per forza dottori, manager, CEO?
Ci vuole un grande percorso di accettazione di se stessi per poter dire a tutti quelli che ti fermano per strada nella tua città, senza vergognarti: “lavoro in un call centre”.
Come vedi, è molto facile essere schiavi di certe sovrastrutture sociali e scrollarsi di dosso il mito che sei andato a vivere fuori solo ed esclusivamente per avere un lavoro migliore.
Cagate.
Perché sei andato a vivere fuori lo sai solo tu e l’importante è che tu stia cercando di vivere la vita che volevi vivere e non la vita che ti fa fare più bella figura raccontandola nel tuo paese di origine.
Sottovalutare l’importanza dell’iscrizione al consolato
Quello che di solito succede, è che si tende a sottovalutare l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani residenti all’estero). Una delle ragioni per cui è fondamentale iscriversi è perché nel caso di smarrimento di qualsiasi documento di identificazione, se tu non fossi iscritto, il consolato non potrà emetterne la copia.
Seguendo tale criterio, dovresti tornare in Italia, al tuo comune di residenza, e chiedere che ti si rilasci il documento in questione.
Ma in quali casi è obbligatorio iscriversi?
Quando i cittadini trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi, ed è obbligatorio per coloro i quali già risiedono fuori, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.
Mentre, per chi non è necessario che si iscrivano all’A.I.R.E.? Per le persone che si recano all’estero per un periodo di tempo inferiore ad un anno i lavoratori stagionali,
per i dipendenti di ruolo dello Stato in servizio all’estero e e per i militari italiani in servizio presso gli uffici e le strutture della NATO dislocate in territorio straniero.
Sottovalutare l’importanza del medico di famiglia
Una volta che verrete contrattati e, cioè quando avrete “l’alta de la seguridad social”, ovvero quando l’azienda per cui lavorerete comunicherà al Sistema de Seguridad Social che vi assume avrete accesso al sistema di sanità pubblica in Spagna.
In tal caso puoi recarti al Centro de Salud che ti sarà assegnato in base a dove vivi e richiedere la tessera sanitaria spagnola, presentando Empadronamiento, NIE e Número de la Seguridad Social e ti verrà assegnato un medico di famiglia.
Perchè è importante il medico di famiglia o medico de cabezera, perchè oltre a poter usufruire del servizio di sanità pubblica,
è probabile che l’azienda che vuole contrattarti, ti richieda di averne uno. Questo perché in caso di malattia, è necessario presentare una giustificazione che ti può rilasciare unicamente il tuo dottore di famiglia.
Sottovalutare il riconoscimento delle qualifiche di studio o certificati
Se sei in possesso di una formazione o una carriera professionale, potresti dover affrontare il riconoscimento di queste nel nuovo paese. Le procedure e i requisiti per il riconoscimento variano, quindi è importante cercare informazioni sul processo di validazione dei tuoi titoli.
Inoltre il tempo e i costi non sono dei fattori da sottovalutare: il processo di riconoscimento delle qualifiche può richiedere tempo e potrebbe comportare costi associati come tasse di iscrizione o commissioni. È importante informarsi previamente presso il consolato.
Emigrare non è solo ed esclusivamente per i più giovani
Se è vero che essere giovani aumenta la capacità di adattamento al cambiamento, crescendo si acquisisce maggiore esperienza professionale
ed è possibile avere una maggiore padronanza delle lingue straniere. Ad esempio, io mi sono trasferita quando avevo 25 anni, ma se dovessi trasferirmi in un altro paese, adesso ho molta più esperienza lavorativa e il mio livello linguistico è migliorato in modo significativo.
In conclusione, questo non è un articolo di scoraggiamento, semplicemente sono informazioni che per me, anni fa, sarebbero state molto preziose. Inoltre voglio raccontare la verità, sarà duro?
Ovvio.
Ci vorrà del tempo per adattarsi?
Sicuramente
Sarà un’esperienza che ti cambia la vita e ti farà provare emozioni fortissime?
Senza dubbio.
Come unico consiglio, posso dirti che una volta che hai la consapevolezza di cosa comporti vivere all’estero, potresti cominciare a sbloccare quei freni che te lo impediscono, che spesso sono legati al fatto di pensare che le persone che ci vogliono bene non possono sopravvivere senza di noi e che trasferirsi sarebbe per loro un dolore infinito.
Ti invito a chiederti se alla fine la vita è di queste persone oppure solo unicamente ed esclusivamente tua.
Un saludo revolucionario.
Hiya very nice web site!! Man .. Beautiful .. Wonderful .. I’ll bookmark your website
and take the feeds also? I’m glad to find
a lot of useful info here in the post, we’d like develop
more techniques in this regard, thank you for sharing. . . .
. .
This is really interesting, You’re a very skilled blogger.
I’ve joined your feed and look forward to seeking more of your fantastic post.
Also, I have shared your website in my social networks!